Ieri mentre rientravo a casa percorrendo le strade del Litorale sud di Roma, pensavo al livello infimo in cui sono ridotte tutte le strade della provincia che non sono di pertinenza comunale. Mi ricordano le strade che feci nel percorso della Parigi-Dakar nel Sahara, ma forse quelle erano migliori.

La strada che faccio quasi ogni giorno, che entra e esce nel mio centro abitato, è una disgrazia. Chi non è del luogo e ci vede percorrerla ci prende per matti, perché conosciamo tutte le buche, non quelle normali, ma quelle più insidiose per le nostre auto e le evitiamo guidando come in una gimkana.

In tutto questo pensavo: perché i romani votano la Raggi, e noi senza votarla ci dobbiamo tenere una che non è capace nemmeno di fare il minimo indispensabile per la sua città, figuriamoci se pensa alle nostre strade?

Il mio pensiero a quel punto non poteva non andare al fantastico Delrio e alla sua fantasmagorica riforma delle province.

Ma anche ai governi succedutisi al governo Letta, nessuno che sia mai stato capace di buttare nella spazzatura quel provvedimento e pensare a una riforma seria.

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