5 Maggio: non solo una data da libro di scuola

Il 5 maggio è una di quelle date che molti ricordano solo per dovere scolastico, grazie (o per colpa) di Manzoni. “Ei fu…” è l’inizio fulminante della poesia sulla morte di Napoleone, e magari a scuola ci sembrava roba lontana, polverosa. Eppure, a ben guardare, quella poesia ha qualcosa da dire anche oggi. Manzoni non si mette a fare l’elenco delle battaglie vinte o perse, né ci racconta un eroe o un mostro. Semplicemente si ferma un attimo davanti alla fine di un uomo che ha avuto tutto: potere, gloria, eserciti, troni. Eppure, anche lui se n’è andato come tutti.

Riletta oggi, sembra quasi un post esistenziale: alla fine, conta davvero solo quello che resta dentro di noi. La coscienza, i pensieri, le scelte che abbiamo fatto. E magari pure le contraddizioni. Oggi non abbiamo imperatori con il cappello a tre punte, ma abbiamo i “Napoleoni 2.0”: quelli che salgono sul palco, vincono tutto, fanno parlare di sé… e poi spariscono. Il tempo mette tutti alla prova, e la storia, prima o poi, si prende il suo tempo per riflettere.

Quindi sì, oggi è il 5 maggio. Non solo una data da interrogazione, ma un’occasione per chiederci: che cosa vogliamo lasciare quando scendiamo dal palco della nostra vita? La gloria? Il rumore? O qualcosa di più vero?

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